NEL CASO IN CUI

avendo l’ex socia convenuto in giudizio una srl contestando l’illegittimita' della sua esclusione e richiesto la condanna al pagamento del valore della quota e degli utili ovvero, in via subordinata per l’ingiustificato arricchimento a seguito dei versamenti eseguiti ed avendo la societa' eccepito la clausola compromissoria contenuta nello statuto e sostenuto che la domanda subordinata avrebbe dovuto proporsi secondo le regole ordinarie di competenza per territorio, a fronte delle affermazioni dell’attrice per cui la clausola compromissoria non sarebbe stata invocabile per non esser essa più socia e ed in mancanza della specifica approvazione per iscritto

IL GIUDICE

rilevato che sono assoggettate all’arbitrato tutte le controversie nelle quali si facciano valere nei confronti della societa' posizioni giuridiche patrimoniali di natura disponibile attribuite dal contratto di societa', cosicche’ la cessazione del rapporto non esclude la competenza degli arbitri;

rilevato che non puo’ invocarsi l’art 1341 cc non integrando lo statuto la predisposizione unilaterale di condizioni generali di contratto utilizzate al fine di regolare una serie indefinita di rapporti;

rilevato che la domanda di arricchimento non puo’ essere proposta quando il danneggiato possa esercitare altra azione per farsi indennizzare

HA RITENUTO

improponibile la domanda di accertamento dell’affermata illegittima esclusione e di condanna in quanto comprese tra quelle rimesse al giudizio arbitrale ed inammissibile l’azione di arricchimento avendo l’attrice disponibilita’ della domanda di condanna fondata su titolo contrattuale relativo al rapporto societario

(a cura di Renato Pastorelli)