NEL CASO IN CUI

  gli amministratori di una srl, omettendo di appostare in bilancio le opportune svalutazioni dei crediti verso le societa’ partecipate e delle partecipazioni stesse, non rilevino l’integrale erosione del capitale sociale e quindi, nonostante la sussistenza di una causa di scioglimento e liquidazione della societa', proseguano l’attivita' di impresa in un’ottica di continuita' aziendale,

IL GIUDICE

  rilevato che gli amministratori, sul presupposto della avvenuta perdita del capitale sociale da costoro non rilevata, avrebbero dovuto convocare l’assemblea dei soci per la ricapitalizzazione o, in difetto, rilevare la causa di scioglimento della societa’, limitandosi al compimento dei soli atti finalizzati alla conservazione dell’integrita' del patrimonio sociale ed evitando di proseguire la gestione in termini di continuita' d’impresa a pena di responsabilita' degli stessi per i danni cagionati alla societa' e ai creditori sociali, non assumendo rilevanza esimente il fatto che gli amministratori avessero finanziato la societa’ e ne avessero garantito personalmente le obbligazioni assunte nella speranza di un salvataggio della stessa ne' il fatto che le difficolta’ economico-patrimoniali della societa' andassero ricondotte ad inadempimenti di soggetti terzi nei confronti della societa’ stessa

HA RITENUTO

  di condannare gli amministratori in solido tra loro al risarcimento del danno patito dalla societa’ e dai creditori sociali per effetto della prosecuzione dell’attivita’ di impresa, quantificando il danno secondo il criterio della differenza dei netti patrimoniali.

                                                                                           (a cura di Sara Favretto)