NEL CASO IN CUI

  ex clienti di una banca cooperativa in liquidazione coatta amministrativa abbiano riassunto nei confronti della Procedura le seguenti domande, originariamente formulate nei confronti della Banca in bonis:

  richiesta di accertamento che un’apertura di credito garantita da azioni della stessa banca dissimulava una fattispecie di acquisto di azioni proprie da parte dell’Istituto, e per l’effetto:

  a) richiesta di accertamento che nulla e' dovuto dal cliente così (apparentemente) finanziato a titolo di restituzione delle somme mutuate;

  b) richiesta di pagamento del prezzo conseguente alla rivendita alla Banca delle azioni cosi' acquistate dagli attori;

  c) richiesta di compensazione del finanziamento (apparentemente) ricevuto col corrispettivo delle azioni;

  d) in ogni caso, richiesta di condanna dell’Istituto alla cancellazione delle segnalazioni alla Centrale rischi;

IL GIUDICE

  ritenuto che ogni domanda intesa a far valere pretese di condanna nei confronti della Procedura sia improponibile o improcedibile ai sensi dell’art. 83 TUB; che la ridetta disposizione dell’art. 83 TUB limita l’applicazione dell’istituto della compensazione con la Procedura concorsuale, sancito in materia di fallimento dall’art. 56 l.fall., alle sole ipotesi in cui l’effetto estintivo della compensazione sia fatto valere prima che sia stata disposta la liquidazione coatta amministrativa (ipotesi non ricorrente nel caso di specie),

 HA RITENUTO

  la improcedibilita' delle domande di condanna della Procedura al pagamento di crediti degli attori e (subordinatamente) di compensazione dei debiti degli attori con siffatti crediti, ritenendo all’opposto procedibili le altre domande sulle quali ha disposto procedersi ad istruzione.

                                                                                       (a cura di Maurizio Visconti)