NEL CASO IN CUI 

azionisti di banca coop. riassumano nei confronti della procedura di l.c.a. della banca causa demolitoria di contratti di acquisto di azioni, restitutoria del prezzo e risarcitoria del danno chiamando in sede di riassunzione la banca cessionaria, indicata quale successore a titolo particolare nel diritto controverso, al fine di far valere nei soli confronti di quest’ultima le domande inizialmente proposte contro la banca in bonis, 

IL GIUDICE

rilevato che

- la banca cessionaria risponde solo dei debiti ricompresi nel perimetro della cessione;

- il d.l. 99/2017 non impone quale sia il perimetro della cessione e non impone che cio’ che esula dalle lettere a, b, c, dell’art. 3 co. 1 (poste che non debbono mai essere cedute) debba, viceversa, essere necessariamente ceduto;

- nel caso di specie il contratto di cessione ha ampliato legittimamente l’esclusione della cessione annoverando fra le passivita’ escluse anche le obbligazioni convertibili e i relativi contenziosi;

- anche qualora le esclusioni dell’art. 3 d.l. 99/2017 fossero contrarie alla costituzione, l’incostituzionalita’ non potrebbe comportare la eterointegrazione del contratto con conseguente trasferimento in capo alla banca cessionaria dei debiti non inclusi, ma comporterebbe piuttosto l’inefficacia del contratto stesso;

- le forme pubblicitarie della cessione non costituiscono condizione della cessione ne’ ampliamento del suo perimetro, 

HA RITENUTO 

- di rigettare le domande di parte attrice;

- di porre le spese a esclusivo carico del soccombente.                                                                                                                                                       

                                                                                                   (a cura di Mattia Carlotto)