NEL CASO IN CUI

gli amministratori di una società abbiano:

- omesso di assumere i provvedimenti di cui all’art. 2485 cc in presenza di una situazione di precarieta’ finanziaria, proseguendo l’attivita’ e così aggravando il dissesto della societa’, ed anzi abbiano effettuato operazioni tali da far apparire una situazione di bilancio non veritiera e corretta in violazione del principio di cui all’art. 2423 c.c. tanto da far emergere risultati positivi di esercizio in realta’ inesistenti;

- assunto rilevanti obbligazioni nei confronti di fornitori a ridosso dell’assunzione di iniziative rivelatrici della precarieta’ finanziaria della societa’ quale il ricorso a CIGS e il deposito di ricorso ex art. 161 VI comma L.F.;

- posto in essere progressivamente atti di depauperamento del proprio patrimonio anche mediante donazioni di beni immobili al coniuge;

IL GIUDICE

Ritenuto sussistente il fumus boni iuris dell’azione di responsabilita’ ex art. 2394 e 2395 c.c. per violazione dei principi di redazione del bilancio ex art. 2423 c.c. e di assunzione delle determinazioni obbligatorie di cui all’art. 2485 c.c. nonche’ il periculum in mora costituito dalla dismissione da parte degli amministratori del proprio patrimonio in prossimita’ della messa in liquidazione della societa’,

HA RITENUTO

di concedere, inaudita altera parte, sequestro conservativo nei confronti degli amministratori, a garanzia dei crediti vantati dai fornitori nei confronti della societa’.

(a cura di Silvia Ceci e Marco Toso)