NEL CASO IN CUI

 il socio di una srl, sia presidente del consiglio di amministrazione sia amministratore delegato, abbia proposto reclamo avverso il provvedimento autorizzativo del sequestro giudiziario emesso, nei suoi confronti, su istanza dell’altro socio nell’ambito del giudizio di merito da quest’ultimo intentato al fine di ottenere, principalmente, la esecuzione del preliminare di cessione di quote tra di loro stipulato; e in particolare, a sostegno del proprio reclamo, abbia eccepito l’inadempimento dell’altro socio, inottemperante alla diffida di sottoscrivere il rogito entro il termine gia’ pattuito nel contratto preliminare, decorso il quale sarebbe venuto meno l’interesse alla cessione delle quote 

IL GIUDICE

 rilevato che la diffida ad adempiere ex art. 1454 cc presuppone un inadempimento conclamato, e quindi non puo’ essere efficacemente utilizzata ne’ in pendenza di un termine contrattuale ne’ quando il contraente cui e’ diretta non abbia manifestato la volonta’ certa e inequivoca di non adempiere alla scadenza;

che il termine fissato nel contratto preliminare non puo’ reputarsi essenziale, sia perche’ non e’ stato espressamente qualificato come tale dalle parti contraenti sia perche’ una simile natura non e’ desumibile dal tenore testuale dei patti;

che la norma dell’art. 670 cpc richiede esclusivamente la esistenza di una controversia seria ovvero non palesemente pretestuosa sulla proprieta’ o sul possesso, inclusa l’azione personale disciplinata dall’art. 2932 cc

HA RITENUTO 

di confermare la misura cautelare gia’ concessa, demandando al giudice di merito, nella sua cognizione piena, l’accertamento circa la sussistenza o meno dell’inadempimento contrattuale del socio reclamante;

di disporre, nelle more del giudizio di merito, la custodia delle quote sociali.

                                                                              (a cura di Elisa Cendron)