NEL CASO IN CUI 

  la banca convenuta in giudizio, per una serie di inadempimenti in relazione al collocamento di azioni proprie con imprese sue clienti, sia stata sottoposta a liquidazione coatta amministrativa dopo la notifica dell’atto di citazione ma prima della costituzione in cancelleria, e si sia dunque formalmente costituita in persona dei liquidatori eccependo la estinzione del giudizio

IL GIUDICE 

  rilevato come l’art. 200 l. fall., il cui contenuto è ripreso dall’art. 80, comma 5, d. lgs. 1 settembre 1993 n. 385 (TUB), disciplini la liquidazione coatta amministrativa alla stregua di evento interruttivo del giudizio facendo venire meno la capacita’ di stare in giudizio dei legali rappresentanti della banca;

rilevato, inoltre, come il giudizio sia interrotto ipso jure ai sensi dell’art. 299 cpc fin dal momento della messa in liquidazione coatta amministrativa della banca;

  rilevato, quindi, come il processo avrebbe dovuto essere riassunto nel termine di tre mesi dalla legale conoscenza dell’evento interruttivo, la quale deve essere fatta coincidere con la data di pubblicazione del decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze in Gazzetta Ufficiale;

  rilevato, poi, come la costituzione volontaria della banca in lca non possa escludere la estinzione, vieppiu’ che è avvenuta dopo la scadenza del termine per la riassunzione e al solo fine di eccepire la estinzione del processo;

  rilevato, infine, come la costituzione della banca in lca sia stata necessitata dal contegno di parte attrice che, pur dopo il verificarsi dell’evento interruttivo, ha iscritto a ruolo la causa, non ha rinunciato agli atti ne’ ha aderito alla eccezione di estinzione.  

HA RITENUTO 

  di dichiarare la estinzione del processo condannando parte attrice alla rifusione integrale delle spese di lite.

                                                                            (a cura di Elisa Cendron)